Storia

Il merletto, un’opera d’amore

un dipinto di una donna con una cuffietta bianca seduta accanto a una finestra, con un grande cuscino di pizzo davanti a lei.

Vediamo l'evoluzione dell'artigianato del merletto, dal mito alla macchina

di
Marta Franceschini (si apre in una nuova finestra) (European Fashion Heritage Association)

Circolano molte leggende sulle origini della produzione del merletto. Sull'isola italiana di Burano, non lontano da Venezia, si ritiene che i sottili spruzzi creati dagli schizzi della coda di una sirena abbiano ispirato le fantasie elaborate sul cotone bianco, il lino e la seta. Un'altra storia ancora più romantica risale a secoli fa. Una donna, promessa sposa a un pescatore dell'Adriatico, ricevette dal fidanzato una rete intrecciata con una ragnatela di alghe luccicanti. Quando l'uomo partì per la guerra, la ragazza studiò la tessitura dell'amato regalo e ne riprodusse il disegno: nacque così il merletto, una vera e propria opera d'amore.

una gorgiera di pizzo adagiata su uno sfondo grigio, i bordi della gorgiera presentano intricati dettagli di pizzo

Le leggende tendono a romanticizzare la storia tecnica legata alla produzione artigianale del merletto. Tuttavia, ci permettono anche di comprendere il valore affettivo legato a queste realizzazioni. Non solo i merletti intricati sono preziosi per i loro creatori, ma sono anche apprezzati da coloro che li ricercano, li acquistano e li usano nel quotidiano. Di conseguenza, un merletto ben fatto e apprezzato diventa parte integrante del patrimonio, una testimonianza del passato e un'eredità per il futuro.

Venezia sembra infatti essere il primo luogo in cui il merletto fu "inventato", o meglio, realizzato, all'inizio del XVI secolo, come spiega il Nüw Modelbuch, il primo libro che parla di merletti, stampato a Zurigo nel 1561: qui si dice che il merletto arrivò a Zurigo dall'Italia intorno al 1536. La bellezza del merletto lo rese presto una merce ricercata nel vestiario, per cui i viaggiatori e i mercanti portavano in giro stoffe di merletto,vendendoli come regali graditi e prodotti pregiati a clienti interessati.

Ritratto di un uomo vestito in modo elegante che indossa una sciarpa di pizzo elaborata

Non solo i prodotti ma anche i loro fautori (e le loro abilità) viaggiavano. Le esperte merlettaie venivano chiamate dalle corti straniere per portare la loro arte a una vasta clientela. Nel 1585 Caterina de Medici chiese all'artista Federico Vinciolo di recarsi alla corte francese, dove fondò una scuola. Più tardi, il Senato veneziano emanò addirittura un decreto che ordinava il ritorno degli "artisti e artigiani" che esercitavano la loro arte in qualsiasi terra straniera.

un dipinto che ritrae una donna De Medici, con un ampio colletto in pizzo, i capelli raccolti con un diadema rosso e un abito nero con accenti di perle.

Esistono due tipi principali di merletto: il pizzo a tombolo, realizzato con più fili, e il pizzo ad ago, realizzato con un unico filo. Quello a tombolo è un'evoluzione degli intrecci usati per decorare accessori, abiti e oggetti d'arredamento; quello ad ago è probabilmente realizzato attraverso il traforo (cucendo pezzi di stoffa e decorando dei bordi con dei nodi) e l’intaglio (cuciture decorative create su piccoli pezzi di lino).

Nel XVII secolo, la lavorazione del merletto era per lo più associata alle donne, che imparavano la tecnica fin da piccole. Donne di qualsiasi ceto sociale si dedicavano a questo mestiere, che richiedeva tempo e fatica.

Nel XVIII secolo comparvero fili più sottili e disegni più complessi, quando la produzione del merletto divenne molto più richiesta soprattutto in Francia, dove Argentan e Alençon si affermarono come centri di produzione del merletto ad ago. I merletti a fuselli più raffinati, tuttavia, venivano prodotti nelle Fiandre, con Valencienne come capitale insieme a Mechlin e Binche.

La rivoluzione industriale portò grandi cambiamenti nei processi di lavorazione del merletto: per la prima volta macchine e manodopera umana collaboravano per produrre retine sottili e intricate e, dopo varie sperimentazioni e aggiustamenti, si realizzavano merletti veri e propri, molto simili a quelli prodotti manualmente nei secoli precedenti.

Che sia stato creato a macchina o a mano, il pizzo ha rappresentato per secoli il simbolo dell'amore, della raffinatezza, della cura e del prestigio. Trattate con cura i merletti che vi capitano tra le mani: potrebbero portare con sé una lunga tradizione.


Traduzioni: Angelica Giallombardo, Fondazione Europeana


Questo blog è stato realizzato nell'ambito del progetto CRAFTED, con l’obiettivo di arricchire e promuovere l'artigianato tradizionale e contemporaneo.