an aerial photograph of an archaeological site, showing the ruined remains of old walls and buildings.
Storia

Bibracte, una città vecchia di 2000 anni ritrovata sotto una foresta

Scopri la storia passata e presente di uno dei maggiori siti archeologici europei nel Burgundy

di
Bibracte (si apre in una nuova finestra)

Bibracte è un sito archeologico nel Burgundy, una regione della Francia. Situato sul Mont Beuvray, era la capitale di Aedui, una tribù Gallica che ha vissuto in quelle zone durante la tarda Età del Ferro e l’inizio del periodo Romano. Qualche decennio dopo la conquista romana di Gaul durante le Guerre Galliche, Bibracte fu abbandonata dai suoi abitanti, che si spostarono a Autun, la nuova capitale della regione distante 20 chilometri e costruita dall’Amministrazione romana.

Bibracte rimase indisturbata e non esaminata, sepolta da una vasta foresta.

Bibracte fu scoperta da un gruppo di archeologi nel 19esimo secolo, per poi essere abbandonata nuovamente dopo il 1914, prima di essere recuperata nel 1984 con la ripresa di scavi archeologici di larga scala. Da quel momento a Bibracte furono costruiti un museo ed un centro di ricerca, dove si sviluppa l’archeologia del futuro!

Uno scrigno di tesori della foresta

Alto 821 metri, il Mont Beuvray è il terzo monte più alto nel Morvan, una piccola catena montuosa nel Burgundy.

Le radure sulla somma del Mont Beuvray furono usate come pascoli per il bestiame fino al 19esimo secolo. I confini degli spazi agricoli e pastorali possono ancora essere visti nei queules, alberi artificialmente contorti che sono ciò che rimane degli antichi steccati costruiti dalle popolazioni che vivevano sulla montagna. Il panorama che si può ammirare dalla sua sommità rende il Mont Beuvray una delle destinazioni più amate dagli escursionisti.

a photograph of mossy twisted trees on a forest floor.
a person leans on an informational panel standing at the top of a hill in the French countryside.

Fatta eccezione per alcune radure, la montagna è completamente coperta da alberi e bosco. La sua meravigliosa foresta di faggi è un contributo fondamentale al valore del patrimonio del sito.

Vista l’importanza dei resti archeologici e la bellezza del suo paesaggio, Mont Beuvray è annoverato sia come un sito di patrimonio culturale (un monumento storico) sia come patrimonio naturalistico (un sito protetto). Nel 2008 è stato insignito del label “Grand Site de France”, che riconosce la qualità della gestione sostenibile del sito.

La città riscoperta

Quando l’Imperatore Napoleone III si pose come obiettivo la scrittura di una storia di Giulio Cesare, mobilitò delle forze di ricerca per rinvenire le fortezze di Alesia, Gergovia e Bibracte, che avevano giocato un ruolo fondamentale nelle Guerre Galliche. Bibracte è menzionata nel trattato di Giulio Cesare sulle Guerre in Gallia, De Bello Gallico, riconosciuta come la città più estesa dell’importante popolo di Aedui.

Ciononostante, la posizione esatta della città era andata perduta e, dal Rinascimento in poi, gli studiosi iniziarono a chiedersi se fosse il Mont Beuvray o Autun: entrambe le posizioni si possono trovare appena sopra la parola ‘AEDUI’ nella mappa sottostante.

a detailed black and white map.

Jacques-Gabriel Bulliot diede inizio a degli scavi archeologici che vennero portati avanti da studiosi del luogo sin dal 1865, e sono durati per più di trent’anni. Questi scavi hanno velocemente messo in luce come Bibracte e Mont Beuvray fossero uno parte dell’altro.

Il successore di Bulliot, Joseph Déchelette, uno dei padri fondatori dell’archeologia protostorica europea, riprese gli scavi all’inizio del 20esimo secolo.

Déchelette, osservando i resti delle strutture rivenute sul Mont Beuvray, ipotizzò che quelle stesse strutture fossero state utilizzate come modello per crearne altre, ritrovate un Bavaria, Ungheria e Boemia, e ne dedusse che Bibracte dovesse essere un punto in cui si era sviluppata per prima una concezione urbana europea che successivamente si era espansa.

black and white photograph, the archaeological remains of a building.
map of a site, with many contour lines and other points marked in red.

Ciononostante, gli scavi si fermarono alla morte di Déchelette nel 1914, e Bibracte venne progressivamente dimenticata. Fu solo nel 1984 che fu finanziato un importante progetto di ricerca, in collaborazione con ricercatori e studiosi provenienti da tutta Europa, grazie al supporto dell’allora Presidente francese, François Mitterrand.

Gli scavi che sono stati portati avanti dal 19esimo secolo hanno finalmente rivelato l’importanza di Bibracte nella sua totalità, non solo come insediamento, ma soprattutto come oppidum, vale a dire un’estesa città fortificata.

Come oppidum, la sua struttura era inizialmente composta da due bastioni. Il primo risale alla seconda metà del secondo secolo AC. Era lungo 7 chilometri e fu presto rimpiazzato da un altro bastione, lungo 5.2 chilometri. I cancelli sono connessi ad una rete stradale che si dirama da un’arteria principale e connette tra loro spazi pubblici, botteghe e numerose case.

Le tecniche di costruzione, i piani urbani e le decorazioni riflettono l’influenza dell’Impero Romano in quell’area, che iniziò appena dopo la fine delle Guerre Galliche. È importante notare un gruppo di strutture e monumenti che sono stati interpretati dagli studiosi come un forum e una domus, costruiti alla maniera romana.

a photograph of archaeologists working in an archaeological site.

Oggetti e persone

Oltre ad aver scoperto le rovine urbane, sul sito di Bibracte sono stati rinvenuti centinaia di migliaia di oggetti dal 19esimo secolo in poi.

Gli oggetti risalenti agli scavi iniziali sono stati divisi tra il Rolin Museum in Autun e il National Archaeology Museum in Saint-Germain-en-Laye, mentre quelli rinvenuti più di recente sono stati conservati negli archivi dell’European Archaeological Centre.

photograph of museum objects in glass cases standing in front of huge glass windows.

Nel museo di Bibracte sono esposti quasi 2000 oggetti: studiati e restaurati da numerosi specialisti, sono prova indiscutibile della vita che si faceva nell’oppidum.

I numerosi oggetti della vita quotidiana che sono giunti fino a noi illustrano, ad esempio, come il cibo fosse preparato: emblematiche le macine a rotazione che venivano operate manualmente, che ogni casa possedeva.

È evidente, inoltre, la cura che gli abitanti di Bibracte avevano per l’aspetto fisico: sono stati infatti rinvenuti numerosi oggetti che usavano per abbellirsi.

Molte le fibulae (spille usate per fissare gli indumenti) che esplicavano le abilità specifiche di ogni artigiano dell’oppidum. Mentre le anfore di vino erano gli oggetti principali che venivano importati a Bibracte, oggetti più rari come l'ambra e i pigmenti indicano rotte commerciali più complesse ed estese.

Molti oggetti, come strumenti per scrivere, armi e capi di lusso, rivelano la presenza di un’élite sociale. Altri invece, come busti scolpiti, oggetti di culto e votivi, sono prova della presenza di pratiche religiose che stavano progressivamente venendo romanizzate.

Bibracte oggi

L’European Archaeological Centre, adiacente al sito di Bibracte, accoglie ricercatori e studenti che vogliono prendere parte all’esplorazione del Mont Beuvray o che vogliono consultare la sua ampia biblioteca.

Nel corso degli anni è diventato un centro di sperimentazione di nuove tecniche archeologiche, in particolare nel campo della tecnologia digitale. Il Museo Bibracte, che ospita 50000 visitatori l’anno, è un luogo per scoprire un capitolo della storia Europea poco conosciuto e per studiare diverse strategie e metodi archeologici.

Il progetto EUreka3D digitalizza gli oggetti più rappresentativi rinvenuti a Bibracte, in modo da poter essere digitalizzati in 3D, per essere successivamente condivisi su Europeana.


Questo blog fa parte del progetto EUreka3D, che mira a sviluppare la capacità delle piccole istituzioni del patrimonio culturale nella trasformazione digitale, in particolare su questioni relative alla digitalizzazione 3D.